Muro Lucano – Intitolata una Via al Gen. Gerardo ZACCARDO

Muro Lucano ha voluto ricordare con orgoglio e ammirazione intitolandogli una via, là dove gia il 26 luglio 2016 venne esposta una targa commemorativa, la cerimonia, più ampia perchè c’è stata la scoperta du un busto e l’intitolazione di un largo al S.E. il vescovo Antonio R. Mennonna (parente del Generale e ricordo dello stesso dal S.E. Rev.ssima Cardinale Fernando Filoni (ordinato sacerdote proprio dal Vescovo Mennonna).

Presente anche la sezione A.N.C.R. di potenza con la bandiera storica della sezione, il Presidente Nico Marcantonio, e le Associazioni facenti parte il coordinamento di Potenza i quali hanno aderito attivamente coordinati dal Magg. Finizio dell’UNUCI (fra i promotori dell’iniziativa unitamente ai familiari dei commemorati).

Generale Gerardo ZACCARDO

Il Generale Zaccardo figura di spicco della storia militare italiana, il generale Gerardo Zaccardo, nato a Muro Lucano il 30 ottobre 1899 e scomparso a Roma nel 1996. Il generale Zaccardo è stato un eroe pluridecorato, che ha combattuto in diverse guerre e conflitti, dimostrando sempre coraggio, abnegazione e senso del dovere. Il suo legame con il corpo degli alpini è stato profondo e indissolubile, tanto da meritarsi il soprannome di “l’aquila degli alpini”.

La sua carriera militare iniziò durante la prima guerra mondiale, quando si arruolò come soldato semplice nel 278º Reggimento fanteria della Brigata “Vicenza”. Partecipò alle battaglie del 1918, culminate in quella di Vittorio Veneto, dove si distinse per il suo valore. Al termine del conflitto aveva il grado di sottotenente ed era stato decorato con la Croce al merito di guerra¹.

Nel 1919 passò alla Regia Guardia di Pubblica Sicurezza, ma nel 1923 rientrò nella fanteria e nel 1927 ottenne il brevetto di Osservatore d’aeroplano. Nel 1929 fu trasferito in Libia, dove partecipò alle operazioni di riconquista della Cirenaica contro i ribelli senussi. Come Osservatore d’aeroplano compì numerose azioni di bombardamento, sorvolando vastissime zone di deserto, spesso in condizioni atmosferiche avverse. Per il suo ardimento e il suo entusiasmo fu insignito di una Medaglia d’argento e due di bronzo al valor militare e tre Croci al merito di guerra¹.

Nel 1934 fu trasferito in Somalia, dove fu protagonista dell’incidente di Ual Ual, considerato uno dei fattori scatenanti della guerra d’Etiopia. Il 24 dicembre 1934, infatti, insieme al tenente pilota Angelo Mastragostino e all’aviere marconista Battista Broglio, volò a bordo di un IMAM Ro.1 per una missione di ricognizione sul confine tra la Somalia italiana e l’Etiopia. Durante il volo fu attaccato da una formazione di cinque caccia etiopici Caproni Ca.101, che aprirono il fuoco contro l’aereo italiano. Zaccardo reagì sparando con la sua mitragliatrice Lewis da 7,7 mm e riuscì a colpire uno dei caccia nemici, che precipitò al suolo. L’aereo italiano fu però gravemente danneggiato e dovette atterrare in emergenza nella zona di Ual Ual. I tre aviatori italiani furono soccorsi da una pattuglia della Regia Aeronautica e portati in salvo¹².

Nel 1935 partecipò alla guerra d’Etiopia sul fronte dell’Ogaden, dove si distinse ancora una volta per il suo coraggio e la sua perizia. Fu promosso tenente e decorato con altre onorificenze¹. Nel 1938 rientrò in Italia e fu assegnato al 5º Reggimento alpini a Merano. Nello stesso anno si offrì volontario per partecipare alla guerra civile spagnola, dove combatté a fianco dei franchisti contro i repubblicani. Fu decorato con altre due Medaglie d’argento ed una Croce al merito di guerra¹.

Nel maggio 1939 comandò una compagnia del Battaglione alpini “Val Pescara” del 2º Gruppo Alpini “Valle”. All’atto dell’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, era in forza alla 41ª Squadriglia Osservazione Aerea all’aeroporto di Udine-Campoformido. Nel settembre 1941 passò al 1º Reggimento alpini per un corso di preparazione alla guerra nei Balcani con la 38ª Squadriglia, 71º Gruppo O.A. del 22º Stormo Ricognizione equipaggiata con gli IMAM Ro.37 Lince e di stanza sull’aeroporto di Udine-Campoformido¹.

Nel luglio 1942 fu inviato sul fronte orientale, dove prese parte alla campagna di Russia con la 2ª Divisione alpina “Tridentina”. Fu promosso capitano e assunse il comando del Battaglione alpini “Tirano”. Con il suo reparto si batté valorosamente contro le forze sovietiche, resistendo al rigore del clima e alla scarsità di rifornimenti. Partecipò alla seconda battaglia difensiva del Don e alla battaglia di Nikolaevka, dove gli alpini sfondarono l’accerchiamento nemico. Per il suo comportamento fu decorato con la Medaglia d’oro al valor militare¹.

Nel febbraio 1943 fu catturato dai tedeschi e deportato in un campo di prigionia in Germania. Qui subì torture e privazioni, ma non si piegò mai al volere dei suoi carcerieri. Tentò più volte la fuga, senza successo. Fu liberato dagli americani nel maggio 1945 e rientrò in Italia¹.

Nel dopoguerra riprese il servizio nell’Esercito Italiano, raggiungendo il grado di generale di brigata. Fu comandante del Distretto Militare di Bari e poi ispettore delle truppe alpine. Si congedò nel 1955, dopo 38 anni di onorata carriera militare¹.

Il generale Zaccardo fu un uomo legato al suo dovere di militare e un uomo orgoglioso delle sue origini muresi e lucane. Il suo spirito di sacrificio e il suo animo nobile ma allo stesso tempo combattivo lo hanno reso un esempio per le generazioni successive. Per questo motivo, il 28 ottobre 2023, in occasione del suo 124° compleanno, il comune di Muro Lucano ha voluto dedicargli una strada della cittadina, in segno di riconoscenza e di stima. Una targa commemorativa è stata scoperta dal sindaco Vincenzo Zarriello, alla presenza delle autorità civili e militari, dei familiari del generale e dei rappresentanti dell’U.N.U.C.I. sezione di Potenza, che ha promosso l’iniziativa³. Un gesto simbolico per onorare la memoria di un grande italiano, che ha scritto pagine gloriose della nostra storia⁴.